Davos, capitale del global-fascismo dell’Occidente collettivo

Il fascismo è stato un fenomeno storico, quindi un mix di tante cose, ma ha avuto una sua origine finanziaria ben identificabile. Potremmo dire che come i mafiosi erano nel passato i gaglioffi al servizio dei grandi proprietari terrieri, per contenere le pretese dei braccianti, allo stesso modo il fascismo è stato spinto dai grossi capitalisti come surrogato inefficace delle spinte socialiste. La “destra sociale” è appunto quella roba ruffiana lì, per quanto voglia essere sincera.

E lo abbiamo visto con la conversione della Meloni, aka Lady Aspen, una donna che ha creato il consenso al suo partito dicendo alcune cose di “destra sociale” , per poi divenire la cagnolina da compagnia di Draghi, dopo aver ricevuto la benedizione da parte di Hillary Clinton. Rinnegando senza rinnegare. Di solito quando qualcuno cambia idea in modo totale, rovesciando addirittura la frittata della politica, apre un dibattito, fa una sorta di autocritica, e magari convoca anche un congresso per svolgerla, quella radicale autocritica.

Invece la Meloni ha svicolato. Cosa dimostra ciò? Che non vi è rispetto per la logica, e che il “sociale” della destra è alla fine dei conti niente altro che l’atto di regalare pacchi di pasta sotto elezioni in cambio del voto. E’ pura cosmetica esteriore, senza alcun approfondimento culturale. Del resto, il carburante politico della destra è il mito. E quando hai un mito, non vi è necessità di ideologia, di dibattito, di analisi critica. Il culto degli eroi, proprio della destra, non è altro che una declinazione piuttosto infantile del paradigma della meritocrazia proprio della tecnocrazia.

La destra tecnocratica se è tale, vede l’umano come una complicata anomalia, come un ostacolo, come ruggine sugli ingranaggi della macchina meritocratica, dell’efficientismo. Sarebbe troppo lungo analizzare qui la questione del merito, di cosa significa, di come lo si misura.

Molte delle attività umane sono inutili e anche dannose. Infatti la UE ha messo il crimine tra le cose che fanno PIL (link).

La questione è che il “fare” dell’essere umano in una visione tecnocratica è una scuola pavloviana, dove si ammaestra il soggetto a sottomettersi alle dinamiche lavorative. In quel “fare” il vero fine ultimo è appunto la formattazione dell’individuo, che deve divenire stachanovista.

Esattamente come gli sportivi si massacrano di esercizi ginnici e di siringate inconfessabili allo scopo unico di vincere aria fritta, una medaglia che è oro perché è placcata. E’ vero che poi entrano nel meccanismo dell’influencing, e vengono portati in giro per le piazze virtuali come madonne pellegrine.

Se veramente il sistema mirasse al progresso tecnologico, questo lo si avrebbe in tempi molto più rapidi, ma ciò donerebbe pericolosa libertà alle masse, liberate dal vincolo del dovere di lavorare per campare.

Il fascismo, che si presenti nelle forme retrive di un destrismo patriottardo e xenofobo, o che si presenti nelle forme neocolonialiste di un sorosismo pidiotizzante, mira al vampirismo, a parassitare le energie umane in modo totalizzante.

Ciò nella finta dialettica tra destra e sinistra, mentre il denominatore comune che le unisce è appunto la visione tecnocratica. L’uomo schiavo della macchina.

E si tratta anche di macchine virtuali, come ho ripetuto spesso. Il genderismo ad esempio è un meccanismo mentale. A cui si applicano pulsioni feticistiche. A ben vedere non vi è differenza tra un transessuale bardato come un albero di natale e uno stachanovista che lavora in miniera. Sono due “eroi del lavoro”, anche se il primo lavora con le parti intime, e il secondo col martello pneumatico. Sono individui svuotati dentro, e completamente estroflessi, dove l’apparenza esteriore è il tutto.

Perciò il Canfora citato nell’articolo sopra linkato ha ragione: senza la sconfitta dell’egemonia liberale statunitense, non si potrà sconfiggere alcun fascismo, perché le esigenze dei liberali obamiani e sorosiani sono ancor più radicalmente tecnocratiche di quelle dei fascisti.

E’ anche vero che i socialisti non hanno mai fatto davvero i conti con le questioni sopra dette, e quindi oggi la nemesi karmica è il mondo che viviamo. Persino certi psicologismi della Scuola di Francoforte alla fine dei conti hanno spesso donato armi alla sinistra liberale per presentarsi come punta di lancia delle operazioni della CIA. L’antiautoritarismo ad esempio è sfociato nelle operazioni di Gene Sharp, nelle rivoluzioni colorate sorosiane. Come a dire, l’acqua del comprendonio della massa scarseggia, e la papera di una politica intelligente non galleggia.

In ambito socialista si è pensato troppo al corpo, e poco allo spirito. Ma in definitiva non si poteva fare altrimenti. Oggi però il mostro è davanti a noi, e abbiamo il suo fiato in faccia. Forse vi sono le condizioni per capire meglio certe cose.


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